Chi di voi in questi anni durissimi, fatti di lacrime e sangue, rialzi vergognosi e senza parametri di reddito delle imposte, chiusura conseguenziale delle aziende e percentuale di disoccupati alle stelle, non ha pensato almeno una volta ad una reazione sociale ?
A chi non è capitato di iniziare una discussione con il vicino e prendersela con i politici per le promesse fatte e non mantenute, per il dramma del debito pubblico che è stato scaricato ampiamente sul popolo , mentre le richieste di tagli fattibili agli oltre 750 miliardi di euro annui di spesa pubblica sono rimasti senza interlocutori ?
Le scadenze sensibili come l’ IMU prima casa e l’ IVA al 22% ( ma i 5 miliardi che ballano, siamo sicuri debbano esserci venduti come uno sforzo sovrumano dai palazzi governativi? ) sono ad un tiro di schioppo e potrebbero dare la mazzata definitiva ad un popolo vessato oltre ogni logica fiscale, che prevede certo le imposte ma sa benissimo che la depressione economica genera povertà e non certo ricchezza e crescita.
E lo sanno bene tutti i firmatari del “Fiscal Compact” e del “pareggio di bilancio” che durante il Governo euro teutonico di Herr Mario Monti, hanno espresso il loro consenso scritto , mettendo l’italia e gli italiani all’interno di un pentolone fiscale dalla temperatura infernale che porterà gravi conseguenze per molti anni.
Eppure malgrado le tensioni, le insopportabili attese di una politica inerme, le difficoltà economiche e lavorative (e non parliamo dei disservizi altrimenti anziché un’editoriale ci toccherebbe scrivere un libro), il popolo dei vessati non è mai arrivato a parlare apertamente di guerra civile, una parola che fa paura solo a pronunciarla.
La stessa parola , guerra civile , è stata invece oggi gridata pubblicamente da Sandro Bondi del PDL in un passaggio riguardante le conseguenze a cui potrebbe portare la non assoluzione di Silvio Berlusconi del processo Mediaset, rincarando la dose sul pressing che l’area di centrodestra sta portando nei confronti di Parlamento e Capo dello Stato, per smuovere le acque e cercare una soluzione politica alle conseguenze giuridiche della sentenza di Cassazione.
Ora tanto per capirci, siamo sicuri che per tirar fuori dalle carceri patrie un cittadino di certo non comune ma uguale agli altri davanti alla legge come Silvio Berlusconi, si debba tirar fuori la parola “guerra civile” in un momento di gravissima crisi sociale?
Siamo sicuri che possa realmente farlo un esponente della tanto chiacchierata politica per un fine palesemente di parte, mentre gli stessi politici cercano di stigmatizzare ogni forma di violenza anche verbale ed insurrezione civile dei cittadini in periodi davvero difficili come quelli attuali ?
Da qui il titolo amaro dell’editoriale odierno, sperando che la saggezza possa finalmente illuminare tutti, non solo il popolo …
